Mercoledì 1 marzo ore 18:00
All’Opera! – Andavamo in Corso Italia. Il Comunale e il suo pubblico negli anni ‘70
Gli anni Settanta hanno rappresentato una stagione speciale, e forse irripetibile, nella storia del Teatro Comunale e del Maggio Musicale Fiorentino. Da una parte, il pubblico in quegli anni si trasforma vistosamente: la generazione dei baby boomers, nonché del Sessantotto, spesso senza una educazione musicale o tradizioni di frequenza teatrale alla spalle, ma vorace di cultura, si affaccia ad un mondo nuovo, a nuove emozioni estetiche e intellettuali, portandovi anche nuovi costumi e comportamenti: si comincia ad andare all’opera in blue-jeans, non solo in giacca e cravatta. Dall’altra, il teatro di musica fiorentino assiste negli anni Settanta ad una serie di stellari coincidenze: l’esplosione della carriera di Riccardo Muti, la prestigiosa presenza, in contemporanea, di Zubin Mehta, destinato ad assicurare a Firenze un posto di primo piano nella geografia musicale internazionale; l’ingresso di un genio drammaturgico come Luca Ronconi nella regia dell’opera per musica. I titoli si affollano nella memoria: le due edizioni del “Guglielmo Tell”, l’ “Orfeo” di Gluck con la regia di Ronconi, l’ “Africana” di Meyerbeer con Jessye Norman, e sempre con la regia di Ronconi “Norma”, “Trovatore”, “Nabucco” (tutte con la direzione di Muti); e se appena intacchiamo il decennio, il temerario progetto di tutta la Tetralogia wagneriana, inaugurato da Mehta-Ronconi nel 1980 con “L’Oro del Reno”. Ma anche la “ Fanciulla del West” di Gavazzeni-Bussotti, la “Cenerentola” di Abbado-Ponnelle, oltre che tantissimi, memorabili concerti. Di tutto questo parliamo a SpazioA, il primo di Marzo prossimo (MERCOLEDI: nota bene, MERCOLEDI e non Venerdi) con Daniele Spini, testimone e critico di quegli anni indimenticabili.