Giovedì – 15 maggio 2014 – ore 17.30
Presentazione del volume di Elisa Fuksas “La figlia di”
edito da Rizzoli
“Come si sopravvive a un fidanzato nere, a un orrendo cane francese e – soprattutto – a un padre ingombrante?”
La figlia di, il primo romanzo di Elisa Fuksas (Rizzoli 20013), sotto la lente insolitamente ‘seria’ di studiosi come Ernestina Pellegrini, Anna Nozzoli, Riccardo Bruscagli (ordinari rispettivamente di Letteratura Comparata, la prima, e di Letteratura Italiana, gli altri due, presso l’Università di Firenze), nonché di Francesco Donfrancesco (psichiatra e scrittore), si è rivelato, durante la presentazione presso lo Spazio A Firenze, un testo tutt’altro che frivolo e mondano, come molte delle recensioni e interviste precedenti (puntualmente rintracciabili in rete) potevano far pensare. Certo, quando si è davvero una ‘figlia di’, con alle spalle un padre (e una madre) di ingombrante personalità, conoscenze di alto livello in ogni parte del mondo, una posizione sociale ed economica invidiabile; quando si è declinato l’invito per un programma di PhD presso la Columbia University; e quando, per di più, si è una giovane donna molto bella, molto disinvolta e molto fascinosa, il rischio che il primo romanzo di tale creatura (per di più, pubblicato da una casa editrice di peso) possa essere considerato l’ennesimo capriccio di una fanciulla privilegiata e un po’ viziata, esiste. Tanto più se il romanzo parla di una protagonista pericolosamente rassomigliante all’autrice, ed espone le tribolazioni di una tipica poor little rich girl, disperatamente in fuga dalla perfezione materna, dal carisma paterno, da una raffinata tenuta in Val d’Orcia, e da una sorella un po’ stramba che per Natale è capace di inventare, per un padre che ha già tutto, un regalo consistente in un prosciutto da quattromila euro (sic).
Ma il libro di Elisa Fuksas, come è risultato dalla conversazione dei relatori, merita attenzione tutt’altra, rispetto ad un semplice voyeurismo da patinato magazine cosmopolita. E’, invece, una dolente, divertente, contraddittoria ‘lettera al padre’ (Pellegrini); una autobiografia insieme falsa e verissima come il genere esige (Nozzoli); una confessione di disagio autentico, leggibile in tanti sintomi e tic rivelatori della protagonista (Donfrancesco); una ricognizione amara dei costumi dell’Italia di oggi, restituita attraverso uno sguardo singolare, in cui si sovrappone una sorta di irritato moralismo post-pasoliniano e un’affinata competenza mondana (Bruscagli); una comedy of manners che nello scrutinio implacabile di uno ‘stile’ di vita diventa un atto di accusa (e autoaccusa) né manierata né gratuita, ma – nella levità della scrittura – di penetrante acutezza investigativa.
Riccardo Bruscagli
Thursday – may 15th 2014 – 5.30 pm
Presentation of the book “La Figlia di” by Elisa Fuksas
published by Rizzoli
“How to survive a nerdy boyfriend, a horrible French dog and – above all – a looming father?”
La figlia di is Elisa Fuksas’ first novel (published by Rizzoli 2013). Presented at Spazio A Firenze and considered under the unusually “serious” gaze of scholars the likes of Ernestina Pellegrini, Anna Nozzoli, Riccardo Bruscagli (the first a professor of comparative literature and the second two of Italian literature, at the University of Florence), as well as the psychiatrist and writer Francesco Donfrancesco. In contrast to the impression given by many earlier reviews and interviews (easy to find online) of a frivolous, cosmopolitan book, under the magnifying lenses of these experts it proves to be something else entirely. Yet, when you are truly seen as the “daughter of”, with a father (and mother) whose personalities loom large, know all the corners of the world well and have an enviable social and economic position, plus you’ve turned down an invitation to a PhD program at Columbia University, and, on top of it all, you’re a beautiful young woman, very easy-going and charming, it’s easy to see why a first novel (and published by a major publishing house) could be taken as just another whim of a privileged, rather spoiled girl. The danger is all the greater when the protagonist strikingly resembles the author and describes trials and tribulations typical of a “poor little rich girl” desperately trying to escape her mother’s perfectionism, her father’s charisma, an elegant estate in Val d’Orcia, and a rather odd sister who who for Christmas manages to invent a present for her father who has it all of a four-thousand-euro ham (sic).
But Elisa Fuksas’ book is deserving of attention far from the simplistic voyeurism of glossy cosmopolitan magazines, as this presentation well proved. Indeed, this book is actually a painful, funny, contradictory “letter to her father” (in the words of Pellegrini); it’s an autobiography as false as it is absolutely true in keeping with the demands of the genre (as Nozzoli said); and it’s a confession of genuine uneasiness that we can read in its protagonist’s many telling symptoms and tics (Donfrancesco). It’s a bitter recognition of Italy’s present culture seen through a singular gaze, overlapping a bit of irritated post-Pasolini moralism and sophisticated, worldly knowing (Bruscagli). It’s a comedy of manners with a relentless scrutiny of a “style” of life that becomes an indictment (a self-indictment) and one neither mannered nor gratuitous. Though with all the levity of the author’s style, this indictment is rendered an acute, penetrating investigation.
Riccardo Bruscagli